Un Pantheon per celebrare, more romano, i promotori delle Arti e i padri fondatori dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna. È quanto accade in una città di provincia, in quel tempo speciale in cui alcuni savants sognano, e poi realizzano, la nascita di un’istituzione di impianto napoleonico.
E allora, quando e in che modo si fa strada la rappresentazione del ritratto in marmo nella forma astratta di una testa su un pezzo di tronco?
Una riflessione serrata sulle piste dell’etimo tenendo i bordi dei passaggi semantici che conducono al legame con il sepolcro, e alla funzione di monumentum, ma anche al rapporto con la parte anatomica a cui il “busto” allude, ci introduce alla fortuna di un genere. L’invenzione della Memoria rappresenta uno snodo culturale tra Sette e Ottocento e investe i grandi temi dell’arte, della formazione artistica, della tutela, del rapporto con il potere e la sua rappresentazione.
Riaffiora così la nostalgia degli Exempla Virtutis con la celebrazione dei grandi del passato come autorevole fonte di legittimazione del potere in forza del valore luminoso, apollineo, del carisma.
con scritti di
Roberto Balzani, Maurizio Bettini, Lidia Bortolotti, Nadia Ceroni, Walter Curzi, Alberta Fabbri, Camilla Roversi Monaco, Claudio Spadoni
Ravenna, Museo d’Arte della Città, 2013 – pp. 255, ill. – Collana “pagine del mar”, 05. ISBN / €. 20,00